email: romeztango@gmail.com - cell: 3470040167

Alberto Goldberg e il TeatroTango

Teatro tango Regista, coreografo e attore, Alberto Goldberg è l’organizzatore del più importante festival dedicato alle contaminazioni e implicazioni nel Tango delle diverse danze ed il teatro: il festival Cambalache di Buenos Aires. Nato e residente a Buenos Aires, ogni anno è in tournée nel mondo con seminari di TeatroTango e per due anni consecutivi (2010 – 2011) è stato ospite di RomezTango A.s.d. nello spazio de Il Circolo della Danza a Colognola ai Colli (VR). Vediamo di cosa si tratta:

E’ conosciuto da tutti che l’aspetto più importante per ballare il tango con felicità è la comunicazione nella coppia di ballerini. Perché ?

Perché la comunicazione apre le porte alle sensazioni e alle emozioni

Sembra un problema semplice da risolvere, ma non lo è perché la comunicazione ha un gran nemico: la tensione. La tensione si presenta generalmente senza avvisare, si installa nel corpo ed è difficile da sgomberare se non conosciamo qualche forma per farlo.

Ci sono diversi tipi di tensione nel ballo:

  • quella che il corpo accumula nel trascorrere del giorno (lavorativo, per strada, in famiglia, etc.)
  • quella che produciamo nel processo di apprendimento (relazione con i maestri, con gli altri alunni, con il compagno)
  • quella di differenze tecniche e di stili di ognuno dei ballerini
  • quella di carattere (timidezza, ansia, paura  essere osservati, esibizionismo, etc.)
  • quella che appare dietro i differenti obiettivi sociali e/o lavorativi del tango
  • quella di carattere filosofico sul ballo (il tango è questo, è quell’altro, è niente, è tutto)

Probabilmente la lista potrebbe ampliarsi.

Il seminario di Tango sociale e Comunicazione propone esercizi dove i ballerini possono identificare e risolvere la tensione che appare, facilitare la qualità della comunicazione e aumentare il piacere di ballare.

Seminario di TangoTeatro – come si svolge:

Espressione, comunicazione e storie ballate nel tango.

Diretto a ballerini di tango di tutti i livelli e di tutti gli stili, ballerini di altre discipline di danza (contemporanea, contatto, classico, jazz, espressione corporale) e attori o studenti di danza e recitazione.

Si propone una danza dove i ballerini stabiliscono:

  • uno spazio fisico-immaginario (una stanza, una strada, un bosco, tra il vento, nell’acqua, in mezzo al fuoco, nel fango, etc.)
  • personaggi identificati dallo stato psichico, da attitudini umane, caratteristiche fisiche, tratti psicologici, etc. e presentati nei movimenti propri del tango-danza.
  • Un incontro di personaggi in cui si apprende ad osservare, esporre, accettare e costruire una scena.
  • Un ballo aperto esplicitamente ad elementi del teatro moderno, alla danza contemporanea e all’arte dell’improvvisazione.
  • Affronta il problema tra “sentire” e “comunicare” aumentando drasticamente la capacità espressiva e le caratteristiche istrioniche del ballerino di spettacolo e di milonga.

Alla fine si tenta l’utilizzo del tango-danza come linguaggio di costruzione di scene teatrali. Per esempio, ballare: “era más blanda que el agua” o “me devoró de atrás hasta el riñón” o ” a media luz los besos “, “ la copa del olvido” , “fumar es un placer” etc.

L’illusione in scena

Nel palcoscenico quasi tutto è illusione e apparenza. Le pareti non sono di pietra, sono di cartone;  il coltello non è di acciaio, è di carta; la nebbiolina è fumo di macchina, il sangue è salsa di pomodoro.

Le storie o gli argomenti possono essere presi dalla realtà, ma il modo in cui si sviluppano in scena sono differenti: molti secoli possono concentrarsi in alcuni secondi e un solo istante narrarsi in lunghe ore. Gli attori, quando creano i loro personaggi, personificano altri, sebbene quell’altro sia il proprio attore. Tutto questo è ampliamente conosciuto.

Quando un ballerino esegue un’esibizione, sebbene non lo pretenda, anche lui recita. Le sue azioni in scena riscuotono un’intensità differente da quella che si sviluppa nel ballo sociale.

Ad un certo livello del suo sviluppo, i ballerini riescono a spiegarci la musica sulla quale stanno ballando. Alcuni grandi interpreti, ci fanno sentire aspetti che non avevamo avvertito mai prima: una frase del violino, effetti del piano, un lamento del bandoneon, che prima non avevamo mai notato.

In un altro livello e stimolati dalla musica, dal suo compagno/a, dall’ambiente o dal mondo interiore, sentono e ci trasmettono diversi tipi di emozioni.

L’emozione del ballerino in scena

Alberto Goldberg 2I ballerini, frequentemente, si emozionano quando ballano, ma questo non sempre arriva all’osservatore. Perché fra “sentire” e “comunicare” c’è una distanza che non si supera automaticamente. C’è chi la supera con facilità, altri non tanto facilmente.

Altro tema importante si riferisce all’emozione pianificata, cioè quella che si deve trasmettere perché la richiede la scena del ballo o le indicazioni del direttore. Cioè quando si tratta di “crearla per l’occasione”, “recitarla”.

Una forma per riuscirci è ricorrere al “come se” o “fare la faccia di”. Sebbene sembri un accorgimento facile, tuttavia alcuni generi teatrali molto importanti e di successo fanno di questa forma il loro fondamento. Naturalmente in questi casi il “come se” o il “fare la faccia di” richiede anche molta indagine e studio.

Altra forma per risolverlo è ottenere che l’attore o il ballerino “prestino” le proprie emozioni ai loro personaggi.

Metodi teatro tango

Nessuno può obbligarsi a sentire questa o quella cosa. Nessuno può “diventare euforico”, solo perché è richiesto. Possiamo fare “come se”, ma non diventiamo euforici realmente.

In varie occasioni abbiamo visto ballerini sforzarsi inutilmente per sorridere perché sentivano che il ritmo della milonga è allegro. Abbiamo visto anche facce di “ti amo” o “ti desidero”, ma senza raggiungerlo realmente. Inoltre, è difficile sentire amore per l’altro mentre si combatte per ricordare la coreografia, mantenere l’equilibrio in un voleo alto o raggiungere una rotazione estrema di fianchi.

Tuttavia, un artista completo deve riuscire a farlo. Attraverso alcuni esercizi, abitudine, rituali o stimoli specifici, possiamo invocare ed esprimere emozioni che dobbiamo portare in scena.

Il teatro ha fatto un lungo percorso fino a riuscire a capire i meccanismi che facilitano l’apparizione dell’emozione genuina e sono stati molti gli apporti che ha fatto nel campo della danza.

Noi crediamo che il chiamato “metodo delle azioni fisiche” sia quello che più si avvicina alle necessità dei ballerini per ricreare un’emozione genuina. Questo metodo ha la sua origine nel metodo della “memoria sensoriale” e si appoggia ad esercizi di sensazione tattile, stimoli di immagini e di movimenti corporali specifici.

Teatro Tango 2011

 

Questi esercizi e altri ancora, sono quelli che eseguiamo nei seminari di tango-teatro.

Alberto Goldberg

Si ringrazia Nicola Sacco per la traduzione

 

Andrea "Romez" Castagna

Ballerino di tango e appassionato insegnante, autore del sito Romeztango.it e del suo blog. Scrivimi per qualsiasi domanda! Stai buono e balla Tango! :)

Lascia un commento

Chiudi il menu